
Ave oh parenti, guasiparenti, affini e simpatizzanti!
Tra una botta de colite e l’altra, la vostra intrepida infiltrata in terra senigalliese vi porta notizie di una interessante conferenza tenutasi giovedì scorso all’Auditorium San Rocco. Relatore il
Dott. Stefano Montanari che, insieme alla moglie Dott.ssa Antonietta Gatti, studia le cosiddette nanopolveri e la loro pericolosità per la salute umana.
Cosa kakkio sono ste
nanopolveri (o particolato ultrafine)? Gli assidui seguaci di
Beppe Grillo lo sapranno già, ma siccome mi piace fare la saccente ve lo rispiego: sono delle polveri inorganiche di dimensioni minime, visibili solo con speciali microscopi, che si formano in seguito a combustioni a temperature elevatissime, ed hanno la simpatica caratteristica di essere
eterne. Ossia, non sono biodegradabili e Madre Natura non è in grado di ricombinarle con qualche altro elemento, per cui questi micropulviscoli restano in circolazione a tempo indefinito. Il problema è che, essendo così minuscole, vanno ovunque: con un filo di vento possono spostarsi di centinaia di chilometri (più della sabbia e dei pollini) e restano in sospensione oppure vanno a depositarsi su qualsiasi cosa, quindi anche sulle materie prime usate per la nutrizione umana ed animale, oppure vengono inalate direttamente assieme all’aria.
A seconda di come vengono assorbite dal corpo umano, possono creare danni a livello intestinale (per ingestione) o praticamente in ogni altra parte dell’organismo (se, tramite i polmoni, passano nella circolazione sanguigna). Superano anche la barriera placentare e, addirittura, sembrano essere in grado di interagire con il DNA e modificarlo. Vi risparmio i dettagli più truci, ma le diapositive di diversi tipi di tumori con dentro quelle nanopolveri di ferro, argento ecc ecc erano abbastanza impressionanti.
Le nanopolveri sono prodotte in parte dalla natura (a seguito di fulmini, erosione, incendi o cataclismi naturali come eruzioni vulcaniche), in parte dalle attività umane, tutte quelle che includano la combustione: fonderie, inceneritori e termovalorizzatori, motori a scoppio (sembra che anche i
FAP facciano dei bei danni) ecc ecc ma anche bombe. Più è alta la temperatura, minore è la dimensione del particolato, maggiore la sua pericolosità.
I governi europei iniziano a ammettere il potenziale patogeno di questi elementi, perfino quello italiano (
incredibbbile amisci) che, pur non riconoscendo le nanopatologie quando si tratta di inceneritori, ha però stanziato una bella sommetta per i militari che si sono ammalati in seguito all’esposizione all’
uranio impoverito E nanoparticelle, accogliendo la tesi che l’uranio non sia il diretto responsabile delle malattie: la vera causa sarebbero le nanopolveri generate e sprigionate dall’esplosione. Questo riconoscimento forse porterà col tempo anche all’ammissione che i tanto elogiati inceneritori sono in realtà pericolosi, con buona pace di Cancronesi & Co.
Intanto, dopo sta scarrellata di buone notizie, che possiamo fare noi poveri
peones? Ricordarci, quando andiamo a votare, che esistono alternative a chi propone gli inceneritori, le centrali a biomasse, gli aiuti per il settore auto ecc ecc. I pannelli solari comportano un inquinamento per essere prodotti, ma sicuramente meno di un termovalorizzatore.
Se volete saperne di più, si può ascoltare il podcast della serata a questo
link. Inoltre, potete leggere le impressioni degli organizzatori ed alcuni commenti
qui e
qui, mentre sul blog dell'inestimabile Maddechè si è sviluppato un
bel dibattitone/cagnara fra sostenitori e detrattori degli inceneritori.