venerdì 19 ottobre 2007

Interessati ai libri


























Di recente, spinta dalla curiosità e dall'interrogativo: - Che fine avranno fatto "Quei bravi ragazzi"?- ho approfondito l'argomento "MAFIA" che ormai da parecchi anni, come ben ci rendiamo conto, sta vivendo una nuova fase storica che definirei "fase sommergibile".
Ho trovato molto interessante la bibliografia che segnalo di seguito.
Buona lettura

1. COSE DI COSA NOSTRA
Giovanni Falcone in collaborazione con Marcelle Padovani
La penna è quella della giornalista francese Marcelle Padovani, ma la voce narrante è quella di Giovanni Falcone. Le venti interviste diventano materiale per dettagliate narrazioni in prima persona che si articolano in sei capitoli, disposti come altrettanti cerchi concentrici attorno al cuore del problema-mafia: lo Stato. Un'analisi che parte dalla violenza, dai messaggi e messaggeri, per arrivare agli innumerevoli intrecci tra vita siciliana e mafia, all'organizzazione in quanto tale, al profitto - sua vera ragion d'essere - e, infine, alla sua essenza: il potere. Una testimonianza resa da Falcone dopo aver lasciato Palermo nel 1991. P.S. A mio parere rappresenta un punto di partenza per chi ha voglia di approfondire l'argomento

2. LA MATTANZA Dal silenzio sulla mafia al silenzio della mafia
Carlo Lucarelli
Cofanetto DVD con la puntata speciale di Blu notte - Misteri d'Italia andata in onda per la prima volta, con immenso successo, nell’estate 2003 su Rai 3 accompagnato da un libro in cui Carlo Lucarelli racconta la mafia come se fosse un romanzo. Lo scrittore e conduttore televisivo ricostruisce le tappe della tragica “mattanza” operata dalla criminalità organizzata siciliana dagli anni Settanta a oggi e la lotta e il sacrificio di tanti magistrati e uomini di legge ormai diventati memoria collettiva e civile. Sulle pagine del volume che accompagna il DVD, Lucarelli fa una narrazione dei fatti e commento delle immagini del filmato con lo stile appassionato e incisivo dei suoi migliori romanzi: gli avvenimenti e i personaggi appartengono alla realtà ma il loro racconto assume l’andamento e la suggestione del libro giallo. Il risultato è una storia della mafia originale che cattura per la scorrevolezza e allo stesso tempo per la precisione e il rigore delle ricostruzioni degli oscuri intrighi di potere e dei legami occulti tra criminalità, politica e mondo imprenditoriale. Un libro che fa riflettere sull’apparente quiescenza del sistema mafioso e pone un interrogativo: cosa è successo alla mafia? È stata vinta oppure è soltanto divenuta “invisibile”? Con la medesima successione cronologica del libro, i ventotto capitoli e il prologo che compongono il DVD guidano lo spettatore in un susseguirsi di flashback, immagini di repertorio, storia presente e ipotesi future, tra personaggi e situazioni del mondo della mafia e dei suoi misteri. Si comincia con il Processo di Bari del 1969 contro il clan dei Corleonesi, seguono poi i capitoli dedicati al giornalista Mario Francese e alla sua uccisione, Totò Riina, Leoluca Bagarella e Bernardo Provenzano, Salvo Lima e Vito Ciancimino, il “Sacco di Palermo”, Francesca Morvillo e Ninetta Bagarella, la guerra dei Corleonesi, le morti di Boris Giuliano, Cesare Terranova, Pio La Torre, Rocco Chinnici e Carlo Alberto Dalla Chiesa, la strage di Ciaculli, la nascita del pool antimafia, la stagione dei pentiti, il maxiprocesso, le stragi di Capaci e di via D'Amelio, la reazione dello Stato e il 41 bis, la morte di don Pino Puglisi, fino a giungere alle relazioni tra mafia e politica. Insomma un’opera che affronta un periodo macabro della storia italiana e che dovrebbe spingere tutti a non dimenticare. PS: Lo raccomando. Inchiesta giornalistica di grande pregio.

3. LA MAFIA HA VINTO
Intervista a Tommaso Buscetta
Saverio Lodato
"Prima di congedarmi da questo mondo vorrei ancora dire qualcosa: A settantun anni mi devo rendere conto di aver sbagliato previsione, e insieme a me l'aveva sbagliata il dottor Falcone al quale è stata tolta la vita…Che errore colossale: la mafia ha assunto un ruolo molto più grande di quello che aveva in passato. E' diventata un fatto politico. E' riuscita a diventare invisibile senza scomparire". "La mafia ha vinto". E' questo il messaggio che Tommaso Buscetta lancia dall'esilio americano. A quindici anni dall'inizio della sua collaborazione con la giustizia, il primo grande pentito di mafia, che ha contribuito in modo cruciale all'istruzione del maxiprocesso e svelato per la prima volta nomi e meccanismi di potere di Cosa Nostra, torna a parlare e traccia un bilancio desolante dello stato attuale della lotta alla criminalità organizzata, dopo la stagione delle bombe e degli assassinii di Falcone e Borsellino. In una lunga e appassionata intervista concessa a Saverio Lodato spiega perché l'intreccio fra mafia, politica e istituzioni non è stato sciolto, perché - fra pregiudicati rimessi in libertà, infinite discussioni sul ruolo della magistratura, dispute sull'articolo 513 del Codice Civile e scioperi di avvocati - Cosa Nostra viene ancora sottovalutata, e perché Bernardo Provenzano, insieme ad altri, è il leader in grado di guidarne il riscatto nei prossimi anni. Buscetta ripercorre piccole e grandi tappe della propria vita: la scelta del pentimento, la punizione mafiosa che lo ha colpito tragicamente (e che è costata la vita a due suoi figli), le difficoltà di un uomo costretto a cambiare domicilio con la frequenza di un nomade, tuttora senza identità e senza un passaporto. Don Masino racconta dei rapporti con la mafia americana, dell'amicizia con Falcone, del ruolo svolto nelle indagini seguite alle stragi di Capaci e di via D'Amelio, delle furibonde polemiche sulla sentenza di Perugia, della grave malattia che lo ha recentemente colpito e, infine, della grande delusione per un'offensiva - quella nei confronti delle cosche - rimasta di fatto incompiuta. Un j'accuse duro e argomentato nei confronti dell'attuale classe politica italiana e dell'omertà, che rischia di relegare nel cono d'ombra dell'indifferenza il più nocivo cancro criminale del nostro paese. Tommaso Buscetta è morto il 2 aprile 1999
PS: Quanto non si è riusciti a sapere attraverso i media.

4. I COMPLICI
Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al parlamento
Lirio Labbate-Peter Gomes
Il segretario nazionale dei giovani dell’UDEUR, il nipote dell’ex vicesindaco comunista di Villabate e l’ultimo erede di una famiglia per anni socia del ministro per gli affari Regionali, Enrico La Loggia: a guardarli mentre camminano assieme per le strade del centro di Palermo, sembrano tre ragazzi appena usciti da un convegno sul futuro della Seconda Repubblica. Ma sono tre picciotti. Tre picciotti di Bernardo Provenzano. Da uno dei maggiori giornalisti d'inchiesta italiani e da un grande esperto di cose siciliane, un libro ricco di materiale inedito (intercettazioni di telefonate tra i figli di Provenzano, documenti tratti da inchieste giudiziarie sui favoreggiatori) su Provenzano, la nuova mafia e i suoi rapporti con la politica. La biografia dell'ultimo capo dei capi letta attraverso le sue alleanze politiche ed economiche: dall'accordo con il Partito Socialista del 1987 fino alla stagione delle bombe di mafia del 1992-93; dall'arresto di Totò Riina fino al patto stretto, secondo i magistrati di Palermo, con i vertici di Forza Italia e dell'Udc siciliana. Un libro esplosivo che ricostruisce, con documenti e testimonianze inedite, la ragnatela di rapporti che hanno permesso a Provenzano di restare libero per quarantatre anni. Un viaggio nella Mafia spa, un'organizzazione criminale che in Sicilia controlla buona parte degli appalti pubblici, lavora con molte cooperative rosse e imprese di dimensione internazionale, ha uomini infiltrati nelle banche, nelle istituzioni economiche, come la Confindustria, e in quelle culturali, come l'università. Quattordici anni dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino, l'opera di Peter Gomez e Lirio Abbate racconta come tutto in Sicilia sia tornato come prima, con decine di deputati regionali eletti a Palazzo dei Normanni nonostante i loro evidenti legami con Cosa Nostra, con una serie di parlamentari nazionali arrivati a Roma dopo aver contrattato l'appoggio degli uomini d'onore. Una lenta e inarrestabile riconquista del potere resa possibile dal silenzio delle istituzioni e dei media. In questo quadro l'arresto di Provenzano, più che il segnale della riscossa, diventa solo una tappa nella metamorfosi definitiva verso la mafia del terzo millennio: quella che alla lupara preferisce il doppiopetto.
PS: Molto denso di informazioni. Decisamente complicato. Richiede una contestualizzazione storico-politica

5. VOI NON SAPETE
Gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano
Andrea Camilleri
MAFIA. Di questa parola nei pizzini di Provenzano assolutamente non c'è traccia.
La mafia spiegata da Camilleri. Un atto d'accusa senza sconti contro chiunque ancora finga di non sapere, il ritratto di un criminale che per più di quarant'anni ha tenuto in scacco le istituzioni e costruito il proprio mito. Da Affari a Latitanza, da Corleonesità a Politica, da Famiglia a Umiltà, Andrea Camilleri ci svela l'universo mafioso attraverso le sessanta voci di questo 'dizionario' del lessico e del pensiero di Bernardo Provenzano. E al tempo stesso, con la sua impareggiabile maestria, racconta passo per passo l'appassionante sfida che ha portato i magistrati della Procura di Palermo e la Polizia a catturare l'ultimo grande boss, nel suo covo di Montagna dei Cavalli, dopo quarantatré anni di latitanza.
I diritti d’autore di questo libro sono interamente devoluti alla Fondazione Andrea Camilleri e Funzionari di Polizia per i figli delle vittime del dovere. Dopo le stragi di Capaci e di via D'Amelio, dopo le morti di Falcone e Borsellino, la mafia decide di aprire una nuova fase strategica. Abbandona­to lo scontro frontale con le istituzioni e le azioni eclatanti organizzate da Totò Riina, si preferisce adottare la cosiddetta "strategia dell'immersio­ne": allentare la tensione, entrare in una zona grigia nella quale si possa, più e meglio di pri­ma, fare affari e ritessere l'intreccio della trama criminale. "Tutto si deve svolgere in immersio­ne, sott'acqua, quell'enorme sommergibile che è la mafia deve d'ora in avanti navigare a quo­ta periscopio." La mente di questo nuovo corso è quella di Bernardo Provenzano. Latitante per quarant'anni, durante i quali la sua unica immagine pubblica è quella catturata da sbiadite foto segnaletiche giovanili, Provenza­no si trasforma dallo spietato assassino noto col soprannome di 'u tratturi in capo attento, ocula­to, perfino conciliante, all'apparenza. Nella frase con cui accoglie le forze dell'or­dine quando viene catturato (“Voi non sapete quello che state facendo”) è racchiuso il senso minaccioso di un ordine costruito con metico­losa, sotterranea implacabilità. E gli ormai cele­bri "pizzini", con i loro codici e sottocodici, con le allusività e il tono ora criptico, ora oracolare, ora dimesso, con i loro svarioni autentici o cal­colati (lo "sgrammatichizzo") sono l'arcaico si­stema che regola una sofisticata, modernissima ragnatela.
Nel rigoglio della sua produzione narrativa quasi mai, per esplicita scelta, Andrea Camilleri ha toccato il tema della mafia. Ma quando i piz­zini di Provenzano sono stati resi pubblici è stato subito chiaro che, per la loro stessa natura, quei testi costituivano per lui un'opportunità di rifles­sione imperdibile: linguisticamente anomali, an­tropologicamente emblematici per la concezione della religione, della famiglia, delle gerarchie, dei rapporti tra le persone che esprimono, sembrava­no fatti apposta per entrare nell'universo lettera­rio dello scrittore di Porto Empedocle. E così è stato. Ne è venuto fuori un libro di forte sapore narrativo e di amara onestà, di ce­rimoniosa ferocia e acre ironia. Una sorta di dizionario che, voce per voce, ci svela l'alfabeto con cui il boss dei boss ha parlato per più di qua­rant'anni alla sua organizzazione e ne smonta gli ingranaggi per mostrarci che, sotto la super­ficie di parole apparentemente comuni, può ce­larsi la feroce banalità del male. E che i primi anticorpi che una società civile deve sviluppare contro la vischiosa rete delle complicità mafiose sono quelli di un linguaggio limpido, one­sto, condiviso. Un libro, questo, in cui il piacere della lettu­ra, il gusto per la battuta e per il paradosso non si possono districare mai da un diffuso senso di allarme. E anche questa è una nota nuova nell'orchestrazione stilistica del Maestro: per la pri­ma volta, forse, il lettore non approda alla catarsi dell'invenzione camilleriana ma rimane inchio­dato, attonito, davanti alla grottesca efferatezza del mondo.
PS: Molto carino. Si fa leggere benissimo. Pervaso dal solito umorismo (e classe) dell’autore.

5 commenti:

Sere ha detto...

ammazza (e parlando di mafia ci sta bene...), non scrivi mai ma poi quando ti ci metti fai le cose in grande!!!

ottimi spunti, grazie.

Sere

Marco ha detto...

(Sere mi ha battuto sul tempo!)

Benvenuta Giusy!!! Finalmente! E grazie a te abbiamo battuto quello che sembrava il limite degli 11 iscritti al blog. E via cosi`... (Ora aspettiamo anche Alessandro!)

E poi anche l'argomento del post mi interessa parecchio. Tempo fa avevo iniziato a leggere "Gli intoccabili" di Travaglio e Gomez, ma questi due hanno un modo di scrivere cosi` burocratico-forense (e infatti copiano e incollano nel libro lunghissime sentenze di tribunali e cose del genere) che uno s'addormenta alla decima riga senza che si sia nememno cominciato a parlare del punto in questione. Alla fine quello e` stato uno dei pochissimi libri che non ho terminato nella mia carriera di lettore (un altro e` stato "Cosi` parlo` Zaratustra"--un mattone di dimensioni epiche!).
Spero di trovare qualcosa che mi aiuti nella tua lista.

Ora posso aggiungere un'opinione del tutto personale? Mi pare di capire che i tuoi commenti personali siano i PS, mentre le recensioni sono copiate da qualche parte. Dico bene? Se e` cosi`, per una prossima volta, non sarebbe piu` conveniente mettere le recensioni (e in genere le informazioni gia` reperibili in rete) come link, lasciando nel testo solo quello il postante ha scritto di suo? Cosi` si aiuta a rendere i blog piu` farina del nostro sacco e, in questo caso specifico, si avrebbe un impatto visivo meno spaventoso.
(Se questo commento finale dovesse risultare antipatico chiedo scusa: l'intenzione non era quella. Eventualmente aggiungere una crocetta sulla linea STRONZO. Serviranno se non altro per il Guinness dei primati)

giusy ha detto...

L’argomento ha suscitato in me molto interesse e allora mi ha preso la mano... Peraltro non tutti i post pubblicati precedentemente sembrano farina del nostro sacco. I testi inseriti sono presi dagli originali di copertina (i libri li ho realmente letti da luglio a circa una settimana fa). Non tutto si trova sui siti e se si trova è pressocchè sparso qua e là. L'intento è stato quello di segnalare i libri di cui magari non si sa nemmeno che esistono (io stessa li ho scoperti casualmente quest'estate, ad Ascoli, dove le librerie self-service sono aperte fino alla mezzanotte, in cui, se ne hai voglia puoi trascorrere il tempo libero che che ti rimane dopo il lavoro), e di dare qualche informazione sui contenuti in modo da poter comprare il libro che interessa (..se interessa) .
Comunque "Così è se vi pare".
Scusate il ritardo ma ho avuto difficoltà a capire come pubblicare il commento. grazie marco dei suggerimenti.

Marco ha detto...

Giusy, ti ho gia` chiesto scusa privatamente. Non avevo nemmeno immaginato che ti eri sobbarcata di copiare tutte quelle recensioni manualmente. Visto che mi vuoi proprio umiliare del tutto ;-) aggiungo alle scuse private anche quelle pubbliche.
Con la etsta sotto ai piedi (e ti puoi anche muovere...).

Marco

giusy ha detto...

E dai!!! non ho alcuna intenzione di umiliarti... mi fa riderere un bel pò questo tuo ultimo commento...ho scritto per chi non ha seguito i discorsi di ieri, perchè magari qualcun'altro ha avuto le tue stesse impressioni.
senti per consolarti pubblico la ricetta di un gustoso manicaretto per te.